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giovedì 25 aprile 2013

Il giardino profumato dello sceicco Al Nafzawi. Un assaggio di letteratura erotica del XV secolo

  Palermo, Aeroporto Falcone - Borsellino. In attesa del volo, mi aggiro fra i negozietti irresistibili del secondo piano. Le ceramiche che vorrei chiudere tutte quante in valigia, per portare con me il calore e  il colore di questa terra e dopo la scorrazzata fra cocci, vasi e teste di moro in versione moderna mi tuffo fra i libri, di quella che non ha l'aria di essere una libreria d'aeroporto, per fortuna. Non posso evitare di godere della vista dei volumi fotografici che mi propongono, per gli ultimi minuti prima della partenza, il giallo delle lumie, la spada affilata di un pesce agonizzante, il rosso sanguigno vomitato dalla terra etnea. E fra tanto sapore, colore concentrato, quasi ipnotizzata, mi sposto pian piano ad un altro scaffale. Noto un testo, edito da diversi anni, che non mi era mai capitato fra le mani. La Allende mi piace e questo suo libro racconta di "ricette, racconti ed altri afrodisiaci". Ancora in sintonia con le mie sensazioni. Scorro le pagine di "Afrodita" e ritrovo il profumo di limoni e alla voce "profumo", la Allende salpa verso un mondo lontano nel tempo e nello spazio: mi introduce alla casa dello Sceicco Al Nafzawi e io la seguo, ammaliata. 
 Sbarcata in città,  il giorno dopo raggiungo il centro con un'unica idea nella testa: trovare le pagine di Al Nafzawi. Le strade dagli splendidi edifici medievali e rinascimentali mi guidano verso i franchising monotoni, che hanno spazzato via le mille piccole librerie storiche che costellavano la città fino ad alcuni anni prima. Così, munita della mia tessera clienti che mi permette di guadagnare ogni tanto qualche libro "a gratis", come si dice da queste parti, imbusto Al Nazafwi e me lo porto a casa. Non riesco, però, a leggerlo nell'immediato, così lo sceicco resterà a riposare per più di un mese fra gli scaffali della mia libreria. Quando, però, lo riprendo in mano, termino la lettura in un solo giorno, felice di aver fatto la sua conoscenza.

Il giardino profumato, ES, Milano
  Il giardino profumato dello sceicco Al Nafzawi, è un classico della letteratura araba del XV secolo, sconosciuto in Europa, fino alla prima traduzione in francese del 1850, ad opera di un ufficiale dell'esercito francesce in Algeria, che si firma semplicemente "barone R.". Nel 1886 la prima versione inglese dal francese di sir Richard Francis Burton lo rende noto al mondo anglofono, sebbene debbano passare diversi anni prima che il testo, dagli espliciti riferimenti sessuali, possa essere presentato al grande pubblico e uscire dalla cerchia ristretta di estimatori di letteratura pornografica ed erotica.
   
  Lungi dall'essere un testo pornografico, Il giardino profumato, è un manuale di educazione sessuale destinato al pubblico maschile,  in cui le arti amatorie descritte vengono proposte come mezzo atto ad accendere e a tenere vivo l'amore e la passione della propria donna.
Vengono indicate, inoltre, quali siano le caratteristiche che rendono gradevoli un uomo e una donna, dimostrando ancora una volta quanto la concezione del bello sia legata a fattori storici, geografici e culturali.  Segno inequivocabile di bellezza per una donna, ad esempio, è avere labbra sottili... E il pensiero corre immediatamente ai "canotti" di oggi, figli di una chirurgia selvaggia che deturpa le fattezze di un volto e la sua storia. Non mancano, quindi, raccomandazioni igieniche e prescrizioni mediche in casi di problemi sessuali di ogni sorta, così come suggerimenti per posizioni e giochi amorosi.
  Come si concilia tutto ciò con la vita di un musulmano? E’ proprio la religione a regolamentare ogni aspetto della vita del fedele e la sessualità, che  rientra fra i doni di Allah, come ben si evince dall’incipit del libro:
"Sia lodato Dio che ha messo il piacere dell'uomo nelle parti naturali della donna e ha assegnato alle parti naturali dell'uomo il compito di dare alla donna il massimo godimento."

  Abu Abdullah Muhammad ben Umar al-Nafzawi, nasce nella tribù berbera Nefzawa, nel sud dell'odierna Tunisia. Scrive Il giardino profumato su commissione di Abd al-'Azîz al-Mutawakkil, sovrano hafside della Tunisia. L'opera, che secondo l'introduzione alla nuova versione inglese di Jim Colleville, è  redatta probabilmente fra il 1410 e il 1434, ha raggiunto nel mondo arabo una fama che la consacra fra i classici della letteratura al pari de Le mille e una notte.

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